Il ruolo dei nostri amici animali è unico e mi rattrista molto che sia stata l'ennesima estate di abbandoni
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Mi rendo conto che magari a qualcuno che forse legge quello che scrivo il fatto che io a intervalli regolari parli sempre di animali può sembrare monotono e poco interessante.
Nonostante questo credo che il ruolo che i nostri amici pelosi e non hanno nella nostra vita, o perlomeno nella mia, sia unico. E mi rattrista molto che sia stata l'ennesima estate di abbandoni, e che addirittura oggi le persone, vessate dalle spese per il loro mantenimento stiano cominciando, in taluni casi addirittura a sbarazzarsene.
Oggi sono chiusa in casa con un fastidioso mal di gola e, dopo essermi sottoposta a quello che ormai è diventato un incubo di routine, cioè il dannato tampone che con mio sommo gaudio anche questa volta mi ha graziato. Tanto per rimanere in argomento sono letteralmente un leone in gabbia, visto che sono fisiologicamente impossibilitata a stare senza far niente. E quando ci sono costretta impazzisco letteralmente.
Tutto questo però contribuisce alla gioia sovrumana delle mie quattro compagne pelose di vita, in ordine di età, Tina, Shira, che per inciso ha preso il divano nuovo come una grande lettiera (e non aggiungo altro), Calypso e Liuba, che ormai conoscete bene. Sono estasiate dal fatto che io stia in casa tutto il giorno, e mi seguono ovunque io vada, come se fossi il pifferaio magico. Quattro diverse età e caratteri, perché si, suona strano a dirlo, ma ognuna di loro ha peculiarità molto precise, che le rendono diversissime.
Se potessi paragonarle ad esseri esseri umani le descriverei così: Tina, in età umana parametrata 96 anni, come una vecchia signora piena di dignità, con tutte le magagne tipiche della sua vetusta era. Una signora molto amorevole che passa il tempo a mettere la sua testina sotto la mia mano per farsi accarezzare; Shira, che era la gatta della mia mamma, la descriverei come una vecchia attrice di teatro alla fine della sua carriera, misantropa e solitaria, che però nonostante la sua alterigia non disdegna la compagnia delle giovani comparse.
Di nascosto gioca con Liuba e cento ne pensano e cento ne fanno. Calypso, che, mentre scrivo, impasta la mia pancia con ardore, la vedo come una romantica fanciulla innamorata dell'amore, un pochino come sono io nonostante non ne abbia più l'età, che seduce chiunque con i suoi profondi occhi azzurri. E' forse fra le quattro quella con lo sguardo più umano di tutte. Quando ti scruta percepisci davvero in modo chiaro e profondo l'amore che ha per te.
E veniamo a Liuba. Lei è un adolescente ribelle dalla rossa chioma riccia, che come ogni adolescente appunto degno di questo nome, fa la dura, ma in fondo ha un cuore di pastafrolla. E ti sciogli quando ti lecca le dita come manifestazione di affetto. E quando ti guarda con i suoi occhi verdi trasparenti, te la mangeresti di baci.
Mentre scrivo è rientrata mia figlia con la sua amica, e Cico, il pappagallino lori arcobaleno, il maschietto di casa, l'ha subito riconosciuta e si è messo a ballare con lei. Lui lo immagino come un saltimbanco che lavora in un circo, sempre pronto a far ridere le persone con i suoi vestiti sgargianti e le sue acrobazie. Un incanto.
Nel mio girovagare in internet in questo eterno pomeriggio di inattività forzata, ho trovato un post tanto interessante quanto commovente (Qui). Un meraviglioso piccolo filmato in cui si vede una mamma micia che porta la sua piccolina a conoscere la neonata di casa. Quanta dolcezza c'è in queste brevissime scene, quanto salta agli occhi che gli animali hanno una sensibilità enorme una dolcezza intrinseca nei loro atteggiamenti, che li rende degni del nostro rispetto.
Soprattutto del nostro rispetto, in quanto capaci di amare e soffrire quanto noi umani. Purtroppo ogni giorno la cronaca riporta episodi a dir poco agghiaccianti, in cui i maltrattamenti a cui sono sottoposti, dimostrano come in alcuni di noi umani, per fortuna non tutti, sia presente un'efferatezza di base che, a parer mio porta il loro livello molto al di sotto di quello dagli animali stessi.
So che il mio è flatus vocis, una piccola insignificante voce che si perde nell'universo del mondo. Io comunque ci proverò. Sempre.
Fintanto che l’uomo continuerà a distruggere gli esseri viventi inferiori, non conoscerà mai né la salute né la pace. Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra di loro. Perché chi semina delitto e dolore non può mietere gioia e amore (Pitagora).